In meno di 4 secondi, il tempo necessario ad accendervi una sigaretta e pronunciare il fatidico: “Il mio nome è Bond, James Bond”, avrete raggiunto i 100km all'ora. Ci vuole più tempo a pensarlo che a farlo.
Merito della DB11, ultimo sogno a quattro ruote lanciato – è proprio il caso di dirlo – da Aston Martin, uno dei marchi più prestigiosi tra le dream car che fondono eleganza, lusso, nuove tecnologie e prestazioni super.
L'auto "italiana" per l'agente inglese
Marchio-mito di proprietà del fondo Italinvest del finanziere italiano Bonomi, legato a filo doppio ad un altro grande mito: 007, l’agente segreto a servizio di sua maestà più famoso di sempre. Da Goldfinger (1964) a Spectre (2015) sono ben dodici le pellicole della serie Bond che vedono co-protagonista un’Aston Martin. E in ben undici casi si è trattato di un modello della serie DB. Regina indiscussa, per classe e glamour, l’immortale DB5 di Sean Connery, Pierce Brosnan e Daniel Craig, prima che il supercattivo Javier Barden ne decretasse la distruzione totale, in una scena di Skyfall (2012) che ha fatto gridare al sacrilegio milioni di fan, sparsi in tutto il mondo. Contrariamente a quanto ci potremmo aspettare, DB non sta per "Di Bond", ma per David Brown: avventuriero, imprenditore, appassionato di corse di cavalli, giocatore di polo, pilota di auto e moto sportive, Mr. Brown, nel 1947 - rispondendo ad un annuncio sul Times – rilevò, per poco più di 20mila sterline, un "High Class Motor Business", in difficoltà finanziarie a causa della Seconda Guerra Mondiale, trasformandolo in uno dei marchi più amati e blasonati del settore.
Da "Spectre" alla strada
Inevitabile che questa nuova DB11 – che ha incantato Ginevra 2016 - nasca con un pedigree unico e di assoluto prestigio. Ispirata alla DB10 realizzata espressamente per "Spectre" (l’ultimo, per ora, film della serie 007), rappresenta una novità assoluta per la casa inglese. Per la prima volta, infatti, monta un V12 5.2 biturbo da 608 cavalli (potenza) e 700 newtonmetri (coppia): il motore più potente della storia Aston Martin. Un gioiellino "progettato per esaltare", in grado di far toccare, a un coupè che dichiara un peso a secco di 1.770kg, i 322 km/h. Cambio automatico ZF a 8 rapporti e tre modalità di guida: GT, Sport e Sport Plus. Una Grand Tourer che è anche un vero 2+2, con un maggiore angolo di apertura delle porte, migliore abitabilità, display da 12” per le funzioni auto, display da 8” per infotainment di ultima generazione, 1.000 watt di sistema audio Bang&Olufsen, bagagliaio da 270 litri, in grado di ospitare ben "due sacche da golf", garantisce la casa e – udite, udite – per la prima volta, gli attacchi Isofix per fissare due seggiolini per bambini. Del resto, godere del privilegio di guidare un’auto esclusiva, non significa escludere da tale privilegio le persone che amiamo. Che Bond abbia, finalmente, messo la testa a posto e stia pensando di mettere su famiglia?
Super car e super bollo
Lo scopriremo presto. Nel frattempo rifacciamoci gli occhi con questo autentico concentrato di ingegneria, design, eleganza e alta tecnologia. Le illusioni non si mangiano, è vero. Ma, come scrive Marquez, alimentano. Per chi, invece, ama trasformare i sogni in realtà la linea di confine sembra attualmente fissata intorno ai 200 mila euro e le prime consegne sono previste per fine 2016. A proposito di sogni, provate a immaginare che lo zelante "Q" (il funzionario che fornisce armi, gadget e auto agli agenti in missione) consegni a Bond una nuova DB11, immatricolarla dalle parti i Navigli e non sulle rive del Tamigi: non credete anche voi che – dopo aver sborsato 2mila euro di IPT, 1.600 di bollo e quasi 4.500 euro di superbollo – si raccomanderebbe a 007 di riportarla a casa... "intera, possibilmente"?