Correva l’anno 1965. Il Traforo del Monte Bianco apre al traffico e Ferruccio Lamborghini presenta in novembre al Salone di Torino un telaio mai visto in produzione con un motore posteriore trasversale V12 di 3.939cc da 350 cavalli. Nel marzo del 1966, mentre gli americani guardano in tv il primo episodio di Star Trek, il mondo ammira al Salone di Ginevra il primo esemplare della Lamborghini Miura.
Disegnata da Marcello Gandini per Bertone, l’auto racchiude in 4,37 metri un mix senza precedenti: linea di cintura bassissima, cofano spiovente, fari orientabili elettricamente con ciglia aerodinamiche; trasmissione inglobata nel motore; coda con griglia a nido d’ape (caratteristica delle Lambo ancora oggi in produzione); pulsantiera sul cielo dell’abitacolo. Questo è il primo gioiello di Sant’Agata Bolognese a chiamarsi con il nome di un toro, segno zodiacale di Lamborghini: Don Eduardo Miura Fernandez è un allevatore iberico che, ignaro di aver battezzato un’auto, si infuria a tal punto che è lo stesso Lamborghini a recarsi in Spagna con una Miura per placare le ire dell’uomo.
Le vendite cominciano nel ’67 al prezzo di 7.700.000 lire, equivalenti a 150.000 euro odierni (la V12 “Aventador” oggi in listino costa però 365.000€). Al debutto la Miura è l’auto più veloce al mondo con 280 km/h e 0-100km/h in 6,7 secondi. Solo nel primo anno se ne vendono 108, ben più delle 20 stimate in fase di lancio. Il successo porta al varo della Miura S nel dicembre ‘68, con un motore più potente (370 cavalli) e qualche modifica a impreziosire l’auto: upgrade per tappezzeria, vetri elettrici, cornici cromate al parabrezza e ai fari. La Miura S è quella di maggior successo, con 338 auto costruite fino a marzo ‘71, sostituita poi dalla Miura SV ancora più performante (385 CV e 290 km/h), distinguibile per la parte posteriore più larga e per la perdita delle ciglia aerodinamiche sui fari. A gennaio ’73 viene consegnata l’ultima delle 150 MiuraSV prodotte.
L'auto di Ferruccio
La Miura è la risultanza dell’idea di auto di Ferruccio Lamborghini: una GT potente e innovativa ma confortevole e silenziosa. Questo imprinting la rende perfetta su strada ma poco incline alle piste, dove accusa problemi nella gestione dell’esuberante potenza. Malgrado l’omologazione FIA dell’1 giugno 1968 con numero 245 nel Gruppo 4 della Classe GT 2+2, la Casa non schiera mai una Miura in una competizione ufficiale. Nonostante gli sforzi di qualche pilota privato, il nome di Miura rimane più nei cuori degli appassionati che negli albi d’oro delle gare.
Il valore di una Miura oscilla oggi tra 800.000 e 1.200.000€, ma le quotazioni salgono oltre 2 milioni di euro nelle aste del 2015 tenute a New York e a Monterey. Delle 764 Miura prodotte, 36 risultano ancora in Italia iscritte al PRA. Dal 2008 si registra 1 radiazione all’anno, ma il picco di 4 esportazioni nel 2011 misura quanto abbia inciso il giro di vite fiscale sul nostro patrimonio di storia e tradizione automobilistica, culminato poi nel 2012 con il superbollo per le auto di potenza superiore a 185 kw.