Ultimo aggiornamento  29 marzo 2023 15:09

Shopping on line: l'auto nuova non cade nella rete.

Giuseppe Cesaro ·

Gli italiani si affidano sempre di più alla Rete, anche per lo shopping. Negli ultimi cinque anni, infatti, il valore del nostro e-commerce è raddoppiato. Lo rileva uno studio dell’Osservatorio eCommerce B2c, secondo il quale siamo passati dagli 8 miliardi del 2010 ai 16,6 del 2015. Un passo avanti significativo, anche se il nostro Paese è ancora lontano dalle prestazioni di realtà quali Stati Uniti, Inghilterra, Francia o Germania, dove la diffusione degli acquisti online è fino a quattro volte superiore alla nostra.

Cosa compriamo? Tv, cellulari, smartphone; tablet, pc, elettrodomestici; biglietti aerei e ferroviari, camere d’albergo; libri (soprattutto scolastici) e abbigliamento. In crescita, però, anche prodotti alimentari, arredamento, cosmetici e giocattoli. Online, dunque, si acquista di tutto. O quasi. Per il mondo auto, infatti, non sembra sia ancora arrivato il tempo di Internet. Soprattutto per quanto riguarda il nuovo. Lo dimostra empiricamente il fatto che il valore dell’acquisto medio degli 11 milioni di italiani “acquirenti abituali” online (chi compra, cioè, almeno un prodotto al mese) sfiora appena i novanta euro. Una cifra con la quale è evidente che, nel mondo delle due e delle quattro ruote, non c’è molto da scialare. 

Assicurazioni on line

Se, però, l’acquisto online di certi beni mobili stenta a decollare, quello dei servizi continua a crescere. E’ il caso, ad esempio, delle polizze assicurative. Se è vero, infatti, che la maggioranza degli italiani privilegia ancora le agenzie, l'Osservatorio Ania sulla customer satisfaction rileva che sono sempre di più (42% nel 2014, contro il 32% del 2013) quelli che utilizzano web e compagnie telefoniche per scegliere la polizza. Il 70% di chi va fisicamente in agenzia, dunque, non lo fa per l’RC Auto, ma per quelle polizze (es. vita) per le quali è più sentita l’esigenza di consigliarsi con un consulente.

Se Internet, dunque, non è ancora un canale di acquisto per le auto (soprattutto nuove), certamente è un punto di riferimento imprescindibile da consultare prima di decidere cosa comprare. Lo conferma un recente studio Nielsen, secondo il quale le fonti online (sia siti specializzati, che delle case automobilistiche) sono ormai quelle che orientano, più di ogni altro media, le scelte di acquisto.

Il mercato, però – almeno quello internazionale – appare in rapida evoluzione e non è affatto escluso che certe vecchie abitudini possano cambiare prima di quanto pensiamo. Il 75% dei 10mila consumatori di otto tra i principali paesi del mondo intervistati dalla Accenture ha, infatti, dichiarato che, se gliene fosse offerta la possibilità, prenderebbe in considerazione l’idea di acquistare un’auto online – inclusi finanziamento, contrattazione sul prezzo, pratiche amministrative e consegna a domicilio. Non solo: 7 consumatori su 10 sarebbero interessati ad acquistare l’auto addirittura attraverso aste online.

Quali sono, allora, le ragioni che ancora consigliano gli italiani (lo studio Accenture conferma che ciò che influenza maggiormente le scelte dei consumatori di casa nostra è la visita alla concessionaria) a desistere dall'acquistare auto nuove in Rete? 

Il valore delle transazioni

Innanzitutto, evidentemente, il fattore prezzo. Un conto, infatti, è tirare fuori al buio poche centinaia di euro (magari utilizzando una carta prepagata, che – per maggiore sicurezza – vivrà solo per quell’unico acquisto), tutt’altro conto, invece, è pensare di effettuare transazioni di migliaia di euro, attraverso siti sulla cui sicurezza nessuno potrà mai garantire al cento per cento.

C’è poi il fatto che chi acquista due o quattro ruote – parliamo soprattutto di “nuovo” – desidera avere uno o più “incontri ravvicinati” con il proprio oggetto del desiderio. Vuole guardare (magari insieme a partner e famiglia), toccare con mano, valutare dotazioni di serie ed optional, per cercare la personalizzazione più rispondente alle sue esigenze e - perché no? – concedersi anche qualche giro di prova.

Ultimo ma non meno importante, il fattore umano: la contrattazione. Da noi - ma non solo da noi - c’è l’idea, non del tutto priva di fondamento, che guardandosi negli occhi ci si capisca meglio e, soprattutto, si corrano meno rischi. Non solo: parlando a quattr’occhi col venditore – magari con la “sponsorizzazione mediazione” di un amico comune - forse ci riuscirà di strappare, se non un trattamento di favore, almeno un ulteriore decimale di sconto o qualche piccolo gadget in più. Senza contare che, se le cose non dovessero andare come desiderato (difetti di fabbrica, customizzazione non corrispondente ai desiderata, slittamento dei tempi di consegna, ecc.) avremmo qualcuno con cui fare i conti e non saremo costretti a prendercela con noi stessi o con l’incolpevole monitor del nostro computer.

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