La diffusione dell’auto elettrica in Italia ancora non decolla, malgrado nel 2015 le immatricolazioni siano aumentate di circa il 60% in confronto all’anno precedente. Il nostro Paese si posiziona al 10° posto (quasi a pari merito con la Spagna) nella graduatoria europea. I numeri dicono di quanta strada debbano ancora fare le vetture a zero emissioni: solo 1.452 quelle immatricolate lo scorso anno, 4.584 la consistenza totale del parco elettrico circolante, di cui 830 unità in Lombardia - è la regione con il maggior numero di vetture elettriche - seguono il Trentino Alto Adige con 780 e il Lazio con 770.
Diversi i problemi da affrontare e risolvere: a partire dal prezzo di acquisto (nettamente superiore rispetto allo stesso modello dotato di motore termico), all’autonomia (comunque già oggi accettabile per percorrenze cittadine), al notevole tempo di ricarica e soprattutto alla scarsa diffusione delle colonnine.
Tra i 10 modelli più venduti in Italia lo scorso anno, al primo posto si è classificato la Nissan Leaf (409 unità), seguito dalla Renault Zoe (315), Citroen C-Zero (159), Tesla Model S (135), Smart Fortwo (123), BMW i3 (113), Mercedes Classe B (78), Volkswagen e-up! (58), Kia Soul (28), Nissan Evalia (17).
Se invece prendiamo in considerazione il solo prezzo di acquisto, la classifica diventa la seguente: al vertice la Zoe, seguono Leaf, Fortwo, UP!, Evalia (con batterie a noleggio), C-Zero, Soul, i3, classe B, fanalino di coda la molto più costosa Model S.
Questa Tesla ha prezzi a partire da 80.000€. La casa americana lancerà nel 2017 un nuovo modello denominato Model 3, una berlina con una autonomia di 320 chilometri con una sola carica e tecnologia più innovativa a un prezzo di poco superiore ai 31.000€. Ambiziosi gli obiettivi: 500.000 auto consegnate entro il 2020.
La concorrenza non starà a guardare, peccato soltanto che il costruttore nazionale Fiat per adesso venda la 500e soltanto negli Stati Uniti. D’altra parte, in Italia solo il 30% delle ‘full electric’ sono acquistate e possedute da privati, la maggior parte di questo mercato è in mano ad aziende e società di noleggio. Occorrerà del tempo affinché il comparto possa raggiungere numeri considerevoli anche nel nostro Paese: quel che è certo è che molto dipenderà dagli investimenti pubblici sulla costruzione di una vera e diffusa rete di ricarica.